I nuovi cibi di moda, sono compatibili con le IBD ?

Il mercato dell’alimentazione negli ultimi anni si è arricchito di una vasta scelta di “cibi di moda” per tutti i palati e per tutti i tipi di regimi alimentari, dalla alla Dieta Vegetariana o Vegana, tutti i cultori di regimi dietetici sani o alternativi sono accontentati.

 

Dalla Quinoa ai cereali integrali, con i cibi ricchi in Omega 3, i nuovi cibi di tendenza, sono compatibili con le IBD?

Dai Cereali Integrali, Crusca e Avena al Kamut, al Grano Saraceno e alla Quinoa, per arrivare al pesce azzurro e ad alimenti arricchiti di Omega 3, per arrivare alla frutta secca biologica, ai semi oleosi ricchi di Omega 6 o alla pasta priva di glutine, il mercato dell’alimentazione sana ogni anno amplia la sua offerta con nuovi alimenti salutistici o riscoprendo gli antichi sapori di cibi dimenticati.

La domanda che ci si pone ora è: “Siamo proprio sicuri che molti dei cibi salutistici alla moda che troviamo al supermercato, nei negozi bio o al ristorante di tendenza, siano adatti alle persone che soffrono di IBD (Inflammatory Bowel Disease) o MICI (Malattie Infiammatorie Croniche Intestinali)?”

Una domanda lecita che, in caso di pazienti con Colite Ulcerosa o Malattia di Crohn, va a completare una delle richieste d’informazioni cui i gastroenterologi e i dietologi, devono rispondere frequentemente, “Dottore cosa posso mangiare?”.

Vediamo quindi insieme quanto “i cibi alla moda” sono utili in caso di Malattie Infiammatorie Intestinali.

 

Quanti cibi di tendenza sono veramente di utilità per le IBD

È ormai ampiamente risaputo che l’alimentazione rappresenta un elemento cruciale nel determinare lo stato di salute di una persona sana anche nel lungo termine.

La nostra salute, infatti, dipende anche da quello che mangiamo da qui il detto popolate “Noi siamo quello che mangiamo”.

In particolare è sempre più evidente l’importanza di seguire una dieta varia e bilanciata in nutrienti, carboidrati, proteine e grassi, e ricca di frutta e verdura, come fonti di fibre e micronutrienti essenziali, in altre parole vitamine, minerali e anche antiossidanti, così come di pesce, semi vegetali e oli ricchi di acidi grassi essenziali, Omega 3, 6 e 9, spesso assimilata alla .

La Dieta Mediterranea sembra farla da padrone come regime dietetico di riferimento nel favorire una vita in salute e nel prevenire le più diffuse malattie croniche e cardiovascolari.

A supporto di un’alimentazione sana, troviamo in commercio alimenti sempre più alla moda perché naturalmente ricchi di fibre, vitamine, minerali, antiossidanti o acidi grassi essenziali.

Dalla Quinoa ai Cereali Integrali, al Kamut e al Grano Saraceno per arrivare all’Olio di Semi di Lino e a Mandorle, Noci e Anacardi, al supermercato siamo bombardati da una serie di Alimenti Biologici, integrali e naturali che una volta ingeriti sembrano tutti focalizzati su un obiettivo comune, la nostra salute.

Ma queste osservazioni valgono anche per le persone che soffrono di MICI?

Per rispondere a questa domanda partiamo da un presupposto, i dati scientifici e clinici hanno evidenziato che la dieta sana per una persona con IBD in reminiscenza è la stessa di una persona sana senza patologia.

Il gastroenterologo e il dietologo risponderanno che, per le persone con MICI, quando sono in stato di benessere, possono mangiare normalmente, ma all’interno di un regime dietetico controllato, evitando cibi pro infiammatori, dando priorità a un regime detto “sano” ovvero povero di grassi saturi e ricco di Acidi Grassi della serie Omega 3, comprendendo alcuni cibi che sono addirittura protettivi della mucosa intestinale.

La questione cibo si complica però quando la malattia è attiva o in presenza d’intolleranze alimentari o altre patologie concomitanti che interessano sensibilità intestinale e che possono favorire fenomeni d’infiammazione a livello della mucosa intestinale.

In particolare, si è evidenziato che alcuni cibi protettivi, sia in fase di reminiscenza sia quando la malattia è attiva, devono essere evitati, perché favoriscono l’infiammazione.

In particolare, in tali situazioni bisognerebbe sapere che non sempre frutta e verdura proteggono e allo stesso tempo non tutte le fibre o spezie vanno bene.

Informazioni che qui tratteremo in generale ma che l’intervento di un dietologo possono trasformare nelle indicazioni alimentari più appropriate per una persona con problemi di Colite Ulcerosa o Malattia di Crohn in base alla sua storia personale e al suo stato di salute.

 

Frutta e verdura sì ma bisogna saper scegliere quali e quando.

Un’ampia letteratura valuta il ruolo di un’alimentazione ricca di frutta, verdura e quindi di fibre in caso di MICI.

Recenti evidenze, valutate anche in base alle testimonianze dei pazienti, sembrerebbero rilevare che, sebbene tali alimenti si siano dimostrati protettivi contro l’infiammazione della mucosa intestinale, in particolare, la Malattia di Crohn, quando la malattia è attiva o in soggetti particolarmente sensibili, bisogna però saper selezionare il tipo di frutta, verdura e fibre, a prescindere dalla stagionalità e dalle tendenze che spesso paventano ad alcuni di questi alimenti, proprietà quasi “medicinali”.

Nello specifico la frutta e la verdura sono una fonte di fibre non fermentabili come:

  • Cellulosa,
  • Lignine,
  • Cere,
  • Amido resistente,

e fibre fermentabili, come:

  • Le pectine,
  • I beta-glucani,
  • I betafruttani,
  • Le gomme,
  • L’inulina,
  • Gli oligosaccaridi,
  • Le destrine.

Queste ultime fibre sono fermentate dal microbiota intestinale, producendo lattato, SCFA (cioè acetato e butirrato) e gas. 

Se alcuni studi hanno evidenziato l’effetto protettivo del butirrato sulla mucosa intestinale, dall’altra parte in caso di malattia attiva, il gonfiore e la fermentazione favorita da tali composti assieme alla scarsa digeribilità dei carboidrati complessi che costituiscono tali alimenti rappresentano effetti che possono aggravare l’infiammazione.

Non a caso, con sintomatologia in fase acuta, si consiglia di evitare alimenti come:

  • Cavoli,
  • Broccoli,
  • Cavoletti di Bruxelles,
  • Asparagi,
  • Avocado,
  • Barbabietola rossa,
  • Cavolfiore,
  • Aglio,
  • Porro,
  • Funghi,
  • Cipolle,
  • Piselli neve,
  • Mais,
  • Patata,

perché favoriscono gonfiore addominale, fenomeni fermentativi e l’aumento della motilità intestinale.

Come già indicato in precedenza, è sconsigliato alimentarsi con patate, Patate dolci, Legumi e Mais, poiché rappresentano fonti di carboidrati complessi più difficili da digerire, inoltre contengono zuccheri, caratteristica che diventa limitante in fase da Sindrome dell'Intestino Irritabile IBS e di stato d’infiammazione attiva dell’intestino nelle MICI.

Questi alimenti generalmente svolgerebbero un’azione prebiotica protettiva che però in fase attiva della malattia non aiuta.

In particolare l'Accademia di Nutrizione e Dietetica, l'Organizzazione Mondiale per la Gastroenterologia e il Crohn's and Colitis Foundation of America, concordano sul fatto che le fibre rappresentano nutrienti protettivi per il colon che però vanno sospese o ridotte quando si verificano riacutizzazioni.

Ecco perché durante una riacutizzazione dei sintomi, il medico potrebbe prescrivere una dieta a basso contenuto di Fibre o Scorie.

 

Attenzione anche al contenuto di fibre, e non solo, nelle farine integrali e nella scelta dei cereali.

La scelta dei cereali contenuti nelle farine con cui si preparano, pasta, panificati e altri alimenti come fonti di carboidrati complessi e di fibre sarebbe, alla pari di frutta e verdura, protettiva in fase di reminiscenza di IBD ma pro infiammatoria.

Quando però la malattia è attiva anche cereali di qualità come il Kamut, il Grano Saraceno, la Quinoa e molte altre farine integrali, possono rientrare nella lista dei cibi da evitare.

Infatti la Crusca, il Riso integrale, la Quínoa, il Grano Saraceno e nello specifico tutte le farine o i cereali integrali sono ricchi di fibre che riequilibrano la flora batterica intestinale, ma allo stesso tempo contengono delle sostanze irritanti che favoriscono la motilità intestinale.

Tali sostanze in fase attiva di MICI sono da evitare per non complicare ulteriormente i sintomi.

In presenza poi di alterazioni della mucosa, tali fibre possono essere pericolose perché spesso tendono a rigonfiamenti del lume intestinale e se la mucosa è alterata, potrebbero peggiorare la sintomatologia, soprattutto in presenza di piaghe o stenosi.

Infatti in letteratura spesso si consiglierebbe di mangiare pasta o riso non integrali e ben cotti per evitare aggravamenti dell’infiammazione, in particolare in caso di Colite Ulcerosa il riso ben cotto può essere di sollievo.

Inoltre alcuni studi evidenzierebbero anche l’utilità di favorire alimenti privi di glutine, in particolare perché si è evidenziato che spesso si è riscontrata un’associazione tra IBD e intolleranza al glutine.

Ricordiamo comunque che questi ultimi alimenti contengono zuccheri, la cui associazione con le malattie infiammatorie croniche e con altre patologie del metabolismo e ben noto.

 

Dieta Mediterranea 

 

Acidi grassi Omega 3 sì mentre Omega 6 da limitare!

Diversi studi scientifici evidenziano l’importanza di una dieta ricca in Omega 3 ma povera di Omega 6 per le persone che soffrono di IBD.

Nello specifico anche le Linee Guida ESPEN, pubblicate nel 2017, hanno confermato che in fase di reminiscenza il paziente con diagnosi di IBD può mangiare qualsiasi cosa ma hanno anche evidenziato che il potenziale fattore di rischio per le MICI legato alla dieta occidentale è da collegarsi al suo elevato contenuto di grassi monoinsaturi, grassi saturi, acidi grassi Omega-6, da un ingente quantitativo di zuccheri raffinati e da uno scarso apporto di frutta e verdura.

Nello specifico le Linee Guida ESPEN sottolineano che una dieta povera di grassi saturi, ricca di frutta e verdura e di Omega 3 e a basso contenuto di Omega 6 riduce il rischio e risulta protettiva nella fase di reminiscenza.

Per quanto riguarda l’apporto di Omega 3, le indicazioni valgono sempre.

Gli Omega 3, contenuti principalmente in pesce grasso e fresco proveniente spesso dai mari del Nord, hanno sia un effetto protettivo sulle mucose che sul processo infiammatorio.

Nello specifico gli Omega 3 hanno un fisiologico effetto antinfiammatorio.

Tal effetto è condizionato da un giusto rapporto tra Omega 3 e Omega 6, un rapporto che negli ultimi decenni si è sbilanciato verso gli Omega 6, che si tradurrebbe in pratica in una maggiore propensione all’infiammazione.

Ecco perché si consiglia di ridurre l’apporto degli Omega 6 e favorire l’assunzione di Omega 3.

Gli Omega 6, infatti, sono ampiamente distribuiti in cibi di origine vegetale, come:

  • Noci,
  • Nocciole,
  • Anacardi,
  • Mandorle ma anche i semi oleosi,
    • in particolare di lino,
    • di sesamo e altri,

ma allo stesso tempo sono presenti in molti mangimi per animali destinati al consumo umano, anche per il pesce di allevamento, per questo motivo le quote di Omega 6 sono aumentate a dismisura negli alimenti base di ogni regime alimentare.

Integrare la quota di Omega 3 favorendo almeno 3 porzioni a settimana di pesce azzurro fresco e grasso diventa quindi un’abitudine protettiva anche in caso di IBD, Cardiovascolare, Antiossidante, ecc.

Limitare il consumo di frutta secca e oli ricchi in Omega 6 è il consiglio da seguire in parallelo, in particolare durante la fase acuta di malattia per non “alimentare” i fenomeni pro infiammatori.

 

Latticini, glutine, cibi sensibilizzanti e additivi alimentari, cosa fare?

In linea di massima se non ci sono intolleranze o allergie alimentari diagnosticate, o in presenza di altre patologie concomitanti, una persona che soffre di Malattie Infiammatorie Croniche Intestinali, può mangiare di tutto.

Le intolleranze al lattosio, al glucosio, al glutine in caso di Celiachia, sono scientificamente dimostrate e sono ampiamente diffuse.

In particolare l’intolleranza al lattosio sembrerebbe frequente nei pazienti con Colite Ulcerosa mentre quella al glutine in quelli con Malattia di Crohn.

Sostanzialmente in caso d’intolleranza, tali cibi vanno evitati.

Nelle persone con IBD non intolleranti, spesso si consiglierebbe di evitare comunque latte e latticini in fase attiva perché più complessi da digerire e anche perché spesso favoriscono la peristalsi intestinale.

In assenza di allergia o sensibilizzazione a determinati cibi, comunque in fase attiva si sconsigliano cibi ricchi d’istamina, associati alle allergie alimentari, essendo una nota molecola organica pro-infiammatoria.

Allo stesso tempo, alcuni additivi alimentari possono essere controindicati in fase di malattia attiva.

In uno studio in vivo del 2015, Chassaing e colleghi hanno riferito che la somministrazione degli emulsionanti Carbossimetilcellulosa e Polisorbato-80, che sono additivi alimentari molto comuni, favoriscono infiammazioni di basso grado e sindrome metabolica in topi selvatici C57BL/6, oltre a colite grave in topi knockout IL-10 geneticamente suscettibili. 

Questo studio ha anche dimostrato che l'esposizione a questi emulsionanti altera il Biofilm intestinale, diminuendo lo spessore dello strato di muco e la distanza tra l'epitelio intestinale e il Microbiota

Inoltre, il trattamento con emulsionanti ha aumentato la permeabilità intestinale nei topi knockout di suscettibili all’IL-10.

 

Raccomandazioni finali.

Non guardare le mode ma le tue necessità.

In caso di sintomatologia attiva di MICI, abbiamo visto che anche le mode più salutistiche valgono poco, quel che conta è il consiglio del tuo medico, dietologo, che si basa sulla tua storia clinica e sull’esperienza di casistiche cliniche con evidenza scientifica.

Attenzione però !

I consigli medici e alimentari sono dati secondo il caso personale e hanno validità sul singolo caso clinico, non vanno mai usati come consigli di massa e generici, per altre persone.

Se l’alimentazione sana non presenta limiti in reminiscenza, abbiamo visto che in fase attiva bisogna imparare a selezionare i cibi, anche quelli generalmente considerati sani.

In letteratura sono presenti molti dati, ma ulteriori ricerche sono necessarie e probabilmente si arriverà sempre a indicazioni di massima perché alla fine sono la persona e la sua storia alimentare e clinica a fare spesso la differenza.

Una dieta generale e valida per tutti per chi soffre di IBD non esiste, nemmeno in fase attiva, come per i consigli medici, non esistono consigli alimentari validi per tutto e tutti, solitamente si seguono delle linee guida personalizzate dallo specialista secondo i casi e la presenza di altre patologie o intolleranze, che poi vanno sperimentati dal vivo e classificati secondo i risultati, direttamente dal paziente, che riferirà allo specialità per aggiustare il tiro.

È quindi ancora difficile dare indicazioni certe ma è possibile poter dare utili consigli da associare a quello più importante, ovvero imparare ad ascoltare il proprio corpo e le sue reazioni sia in fase di reminiscenza sia di sintomatologia.

In generale qui alcuni consigli li riassumiamo:

  • Limitare i prodotti caseari se necessario
  • Scegliere cibi a basso contenuto di grassi saturi, ricchi di Omega 3 poveri di Omega 6.
  • Scegliere bene le fibre e in particolare nella fase attiva della malattia evita quelle irritanti e più difficili da digerire, che derivino da frutta, verdura o cereali.
  • Evita cibi problematici come alimenti piccanti, alcol e caffeina possono peggiorare i segni e i sintomi.
  • Mangia poco e spesso.
  • Bere molta acqua molti liquidi.

Su tutti vince e domina il consiglio più utile in assoluto:

Per capire come e cosa mangiare in base alla tua storia, rivolgiti a un dietologo che potrà aiutarti a scegliere la dieta più adatta a te in presenza di diagnosi di IBD o MICI!

 

Bibliografia

Rogler, G. (2010). Gastrointestinal and liver adverse effects of drugs used for treating IBD. Best practice & research Clinical gastroenterology, 24(2), 157-165. Source

Duff, W., Haskey, N., Potter, G., Alcorn, J., Hunter, P., & Fowler, S. (2018). Non-pharmacological therapies for inflammatory bowel disease: Recommendations for self-care and physician guidance. World journal of gastroenterology24(28), 3055. Source

Linee Guida ESPEN 2017 Source

Chassaing B, Koren O, Goodrich JK, et al. Dietary emulsifiers impact the mouse gut microbiota promoting colitis and metabolic syndrome. Nature. 2015;519(7541):92–96. Source