Colite ulcerosa, tecniche e criteri diagnostici, capire la malattia conoscere sintomi per curarsi

La Colite Ulcerosa (CU) o RettoColite Ulcerosa (RCU) fa parte delle malattie infiammatorie croniche intestinali (MICI) o (IBD) Inflammatory Bowel Disease, un gruppo di patologie che negli ultimi decenni ha registrato un importante aumento tra la popolazione.

In particolare in Italia si contano dai 6 agli 8 nuovi casi all’anno di Colite Ulcerosa  su 100.000 abitanti. Un calcolo comunque approssimativo che si traduce in un range tra i 60.000 e i 100.000 casi equamente distribuiti tra uomini e donne.

La Colite Ulcerosa è una malattia di tipo infiammatorio cronico  dell’intestino come il Morbo di Crohn, ma da quest’ultima si differenzia perché interessa esclusivamente il retto e colon (RCU  o CU),  mentre invece la Malattia di Crohn colpisce tutto il tubo digerente, dalla bocca all’ano.

La Colite Ulcerosa è caratterizzata da sintomi come la diarrea, spesso con sangue e muco e dolori addominali che limitano la qualità della vita sia nell’ambito personale, sia nell’ambito professionale e sociale.

I sintomi esordiscono spesso lentamente, se non associati ad episodi di gastroenterite, e possono avere variabile severità. Sono tipicamente intermittenti, con intervalli anche lunghi completamente asintomatici ed episodi di acutizzazione anche severa.

Come la Malattia di Crohn, anche la Colite Ulcerosa , può presentare febbre, anemia e sintomi extra-intestinali, (35% dei casi) come  dolori articolari e manifestazioni dermatologiche e problemi oftalmici, ecc.

 

Come giungere a una corretta diagnosi di Colite Ulcerosa

Quali sono i criteri diagnostici della Colite Ulcerosa, come giungere a una corretta diagnosi di CU o RCU?

La corretta diagnosi della Colite Ulcerosa  e la definizione della sua gravità ed estensione sono fondamentali per impostare la cura più adatta al paziente, ottenere il miglior successo terapeutico e migliorare la qualità di vita del paziente.

La Colite Ulcerosa  è una patologia cronica di tipo infiammatorio ad andamento recidivante che colpisce il retto, ossia il segmento di intestino che sta appena prima dell’ano, e può estendersi all’intero colon. 

Il coinvolgimento del retto è una caratteristica peculiare della malattia  che infatti chiamata anche RettoColite Ulcerosa (RCU) .

In relazione all’estensione del tratto di colon interessato, la Colite Ulcerosa (CU) viene classificata come: 

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  • Proctite ulcerosa: quando la malattia colpisce solo il retto;
  • Proctosigmoidite ulcerosa: quando la malattia colpisce oltre al retto anche il sigma (prima parte del colon);
  • Colite sinistra (o distale): quando la malattia si estende dal retto fino alla flessura;
  • Colite estesa: quando la malattia si estende oltre la flessura splenica, ma che risparmia il cieco;
  • Pancolite: quando il processo infiammatorio interessa tutto il colon, fino al cieco;

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L’infiammazione intestinale dovuta a Colite Ulcerosa  è caratterizzata da un’estensione uniforme e continua, senza l’alternanza di tratti sani e infiammati, che è più tipica della Malattia di Crohn. Inoltre l’infiammazione interessa essenzialmente la mucosa intestinale, ossia solo lo strato superficiale più interno, quello a contatto con lume intestinale.

A tale livello si possono osservare ulcere di vario numero e dimensioni, spesso superficiali che non interessano in profondità la parete, come diversamente accade nella Malattia di Crohn.

Le cause della Colite Ulcerosa  non sono ancora chiare anche se l’ipotesi più accreditata è che sia di origine o eziopatogenesi multifattoriale.

I fattori che concorrono nello sviluppo della patologia, sono la suscettibilità genetica, e l’esposoma, termine con cui si individuano le varie caratteristiche dell’ambiente a cui i malati sono continuamente esposti e le loro abitudini alimentari e di vita.

La Colite Ulcerosa  è considerata una malattia legata al benessere economico e sociale, data l’elevata incidenza nei paesi industrializzati e nelle città. In Italia si stimano tra i 60.000 e i 100.000 casi di Colite Ulcerosa . Questi numeri tuttavia potrebbe essere sottostimata in quanto non tiene conto della popolazione con sintomi misconosciuti, minimi e dei pazienti asintomatici. La conoscenza delle caratteristiche della malattia e la consapevolezza del potenziale malato e dell’ambito familiare sono elementi essenziali per favorire una tempestiva la diagnosi di Colite Ulcerosa e attivare la terapia più efficace.

La malattia può esordire a qualsiasi età, ma maggiormente tra i 15 e i 40 anni e tra i 60 e gli 80 anni. Inoltre, sono sempre più frequenti le diagnosi di Colite Ulcerosa  in età pediatrica.

Data la sua potenziale severità e cronicità, la corretta diagnosi di Colite Ulcerosa  è essenziale al fine di iniziare, tempestivamente la terapie. Poiché la qualità di vita del paziente è correlata alla severità della malattia, è essenziale instaurare quanto prima un il trattamento più appropriato.

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Come si diagnostica la Colite Ulcerosa

Diagnosticare la Colite Ulcerosa alla comparsa dei primi sintomi è molto importante per poter controllare la malattia e dare al malato una normale qualità di vita.

La visita, l’anamnesi personale e familiare e i test di laboratorio e strumentali rappresentano tasselli importanti per diagnosticare la Colite Ulcerosa  e, in particolare, per la diagnosi differenziale con altre patologie intestinali che presentano sintomi simili.

La diagnosi di Colite Ulcerosa  prevede l’esclusione di altre patologie con simili caratteristiche come la Malattia di Crohn e altre patologie di natura virale, batterica, fungina o tumorale.

 

Anamnesi con visita

L’anamnesi, rappresenta la parte iniziale e fondamentale della visita medica, sia del medico di famiglia che dello specialista. E’ un colloquio incentrato sulla valutazione dei sintomi e delle abitudini personali e familiari.

E’ importante  verificare la presenza di sintomi o fattori di rischio della malattia:

 

  • presenza di sangue rosso vivo nelle feci
  • consistenza e aspetto delle feci
  • frequenza e urgenza delle evacuazioni e in particolare di notte;
  • spasmo doloroso a livello anale accompagnato dalla necessità impellente di evacuare;
  • dolori addominali e in particolare se l’evacuazione determina un senso di sollievo;
  • presenza di episodi di incontinenza;
  • andamento del peso (Obesità);
  • presenza di spossatezza e/o stato di stress
  • dolori articolari;
  • abitudine al fumo;
  • abitudini alimentari
  • familiarità
  • assunzione di farmaci (antibiotici, FANS, farmaci ad azione antinfiammatoria, anti-infiammatori non steroidei);
  • recenti infezioni a carico dell’intestino;
  • abitudini sessuali.
  • Età e genere
  • Razza ed etnia
  • Suscettibilità genetica
  • Appendicectomia
  • Fattori psicosociali
  • Assistenza ostetrica e altri eventi perinatali

 

Dopo aver raccolto i sintomi dal paziente, i fattori di rischio e la sua storia personale e familiare, il medico passa all’esame fisico per valutare il suo stato di salute generale.

In particolare oltre ai parametri standard, peso, altezza, temperatura corporea, frequenza cardiaca e pressione arteriosa, il medico generalmente esegue la palpazione addominale per valutare lo stato di gonfiore e dolore e talvolta un’esplorazione rettale. Inoltre andrà a verificare l’eventuale presenza di complicanze extra-intestinali a livello di cute (Eritema nodoso, Psoriasi o Pioderma gangrenoso), di occhi (Congiuntivite, Uveite ed Episclerite) e di articolazioni (Spondilite anchilosante e Artrite periferica), manifestazioni oculari (uveiti, iriti, episcleriti), e altre manifestazioni extra-intestinali, utili per l’analisi differenziale nelle MICI IBD con il Morbo di Crohn.

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Test di laboratorio

Per giungere ad una corretta diagnosi e definire la severità della malattia sono spesso necessari esami biochimici. Gli esami del sangue e delle feci permettono di rilevare e quantificare l’infiammazione e discriminare tra Colite Ulcerosa , Malattia di Crohn ed altre patologie intestinali non infiammatorie.

 

  • Esami del sangue

L’emocromo completo permette di valutare la presenza di eventuale anemia e definire la gravità dell’ infiammazione mediante la conta dei globuli bianchi. Altri parametri per valutare lo stato di infiammazione sono la VES (velocità di eritrosedimentazione) e la PCR (Proteina reattiva).

E’ possibile dosare anticorpi specifici per la diagnosi di Colite Ulcerosa  e differenziarla dalla Malattia di Crohn, ma il loro impiego non oggi non è strettamente raccomandato.   Il dosaggio delle proteine e dell’albumina, degli elettroliti sono utili per definire lo stato nutrizionale e di idratazione, mentre la valutazione degli indici di funzione epatica e renale permettono di valutare patologi e manifestazioni patologiche concomitanti ed eventuali controindicazioni a specifiche terapie. A questo riguardo, nei casi più gravi, è utile escludere mediante esami biochimici concomitanti malattie infettive virali croniche come le epatiti e la tubercolosi, che controindicano, le nuove linee di trattamento della malattia.

Sono considerati marcatori sierici di infiammazione acuta di Colite Ulcerosa  e Malattia di Crohn:

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  • Proteina C-reattiva o PCR (Aumentato)
  • Velocità di sedimentazione degli eritrociti o VES (Aumentato)
  • Conteggio dei globuli bianchi (Aumentato)
  • Conta piastrinica (Aumentato)
  • Glicoproteina acido alfa1 (oromucoi) (Aumentato)
  • Β2-microglobulina (Aumentato)
  • Acido sialico (Aumentato)
  • Siero amiloide A (Aumentato)
  • Ferritina (Aumentato)
  • Siero albumina (Diminuzione)
  • Trasferrina (Diminuzione)
  • C1s, C2, C3, C4, B (Aumentato)
  • Haptoglobina Hp (Aumentato)
  • Emopessina (Aumentato)
  • Ceruloplasmina (Aumentato)
  • Alpha1 antitripsina (Aumentato)
  • Alfa 1 antichymotrypsin (a1ACT) (Aumentato)
  • Fibrinogeno (Aumentato)
  • Protrombina (Aumentato)
  • Plasminogeno (Aumentato)
  • Fattore XII (Diminuzione)
  • IL-6, IL-1 β-TNF-α, IL-8, IL-10, Interferone-β (Aumentato)
  • Marcatori / anticorpi sierologici (Tasso positivo)
  • ANCA (CU 20% -85%) (CD 2% -28%)
  • ASCA (CU 5% -15%) (CD 39% -69% )
  • Anti-OmpC (CU 5% -11%) (CD 24% -50%)
  • Anti-Cbir1 (CU 5% -11%) (CD 50%)
  • Anti-I2 (CU 2% -10%) (CD 30% -50%)
  • Anticorpi Flagellin A4-Fla2 e Fla-X (CD Circa il 57%)
  • Antilaminaribioside carboidrati IgG (ALCA) (CU 4% -7%) (CD 17% -28%)
  • Antichitobioside carboidrato IgA (ACCA) (CU 5% -15%) (CD 20% -25%)
  • Anticorpi mannosidici anti-sintetici (ASMA o AMCA) (CU 18%) (CD 28%)
  • Anticorpi pancreatici (CU 2% -6%) (CD 30% -40%)
  • Anticorpi di p53 sierici (CU 9,3%)

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CD: Morbo di Crohn; CU: Colite Ulcerosa ; IL: Interleukin.

 

Tuttavia, solo  Proteina C-reattiva, VES e Conteggio dei globuli bianchi, sono attualmente considerati nella pratica clinica quotidiana, mentre i restanti parametri sono richiesti in condizioni particolari o a scopo di ricerca.

 

  • Esame delle feci

L’esame delle feci premette di escludere patologie infettive o ad la coesistenza di infezioni o sovra infezioni alla malattia in atto. Il dosaggio della calprotectina fecale è indicato per stimare la presenza ed il grado di infiammazione intestinale, sia nella Colite Ulcerosa  che nella Malattia di Crohn.  

Il test, tuttavia, non è in grado di discriminare queste due malattie e nemmeno di distingue una infiammazione determinata da malattia infiammatorie croniche, da altre patologie (ad es. malattie infettive o tumori), essendo un suo maker non specifico di infiammazione.

Peraltro è gravato da certa percentuale di risultati falsamente positivi determinati da infiammazioni del cavo orale o dello stomaco e quindi i suoi risultati devono essere attentamente interpretati da parte dei medici prescrittori.

Il sangue occulto fecale, è un test scarsamente utile nelle malattie infiammatorie croniche già note, in quanto i pazienti con Colite Ulcerosa , possono avere test positivo a causa delle ulcere e dell’infiammazione che contraddistinguono la malattia.

Tra i test fecali utili per escludere patologie infettive rivesta particolare importanza la ricerca del Clostridium Difficile, un batterio che può complicare la Colite Ulcerosa  e la Malattia di Crohn in particolare dopo cicli di terapia antibiotica, aggravando la sintomatologia talvolta sino a quadri estremamente acuti e gravi.

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Esami strumentali e di Imaging

Le indagini diagnostiche di immagine utilizzate principalmente per la diagnosi ed il monitoraggio della Colite Ulcerosa  sono l’Ecografia e l’Ileo-colonscopia o la colonscopia con biopsia. La scelta di queste indagini dipende dalla fase di malattia e dalla loro gravità.

L’Ecografia può essere utile come indagine preliminare per orientare o accelerare l’esecuzione di indagini endoscopiche.  Permettere di differenziare la colite dalla Malattia di Crohn  in quanto può evidenziare l’infiammazione (rilevabile come aumento di spessore delle pareti) non solo a livello del colon, ma anche in vari tratti di intestino, compreso l’ileo terminale tipicamente interessato dalla Malattia di Crohn.  E’ una indagine non invasiva, ripetibile e ha costi molto bassi che la rendono spesso utile come prima indagine diagnostica.

La tomografia computerizzata (TC) e la risonanza magnetica (RM) possono dimostrare l’ispessimento della pareti intestinali, analogamente alla ecografia. Tuttavia la TC espone a radiazioni ionizzanti e non è preferibile se non in condizioni di urgenza, come la sospetta perforazione.

L’Ileo-colonscopia con biopsie permette la diagnosi accurata della malattia e la definizione della sua gravità, dell’estensione e consente di caratterizzare mediante la biopsia ed il successivo esame istologico anche piccole lesioni della mucosa, inclusi piccoli polipi e tumori in fase iniziale, non rilevabili con altre metodiche. La biopsia è infatti essenziale per escludere altre malattie intestinali in particolare per accertare alcune forme infettive e tumorali.

 

Colite Ulcerosa: i sintomi

L’esordio della Colite Ulcerosa  nella maggior parte dei pazienti è caratterizzato dalla perdita di sangue rosso vivo dall’ano. La presenza di sangue nelle feci deve essere considerato come sintomo di allarme, e dovrebbe indurre qualsiasi potenziale malato a rivolgersi al proprio medico. Ci sono inoltre altri sintomi che alla prima comparsa devono allertare il potenziale malato:

 

  • diarrea, spesso cronica e urgente, con presenza di muco e sangue rosso vivo;
  • evacuazioni frequenti e ridotte in volume, anche feci non formate,
  • sanguinamento dal retto;
  • spasmo doloroso a livello anale accompagnato dalla necessità impellente di evacuare che si manifesta anche di notte, all’improvviso durante il sonno per poi scomparire in pochi minuti, talvolta anche non seguita da evacuazione (tenesmo);
  • dolore addominale crampiforme o tipo colico, che scompare o si accentua dopo la defecazione e che coinvolge principalmente la parte sinistra dell’addome inferiore;
  • stanchezza e dimagrimento;
  • anemia;
  • febbre, tachicardia, palpitazioni, perdita di peso, nei casi più gravi;
  • incontinenza
  • manifestazioni extra-intestinali, quali:
    • manifestazioni Muscolo Scheletriche
    • manifestazioni Cutanee e Mucosali
    • manifestazioni epatobiliari
    • manifestazioni oculari
    • Manifestazioni Ematiche Vascolari
    • Manifestazioni Genitourinarie
    • Manifestazioni Neurologiche
    • Manifestazioni Polmonari
    • Manifestazioni Cardiache
    • Manifestazioni Pancreato-Duodenali
    • Manifestazioni Autoimmuni

 

La modalità con cui la malattia si manifesta nella fase iniziale può essere:

  • Esordio insidioso e subdolo

I sintomi progrediscono lentamente e in modo silente rendendo spesso tardiva la diagnosi

  • Esordio acuto

La malattia può esordire con sintomi così intensi e gravi da richiedere il ricovero ospedaliero. La diarrea e il sanguinamento massivo favoriscono uno stato di severa anemia, disidratazione, perdita di peso e febbre. La complicanza acuta più temuta è il Megacolon tossico: una complicanza oggi rara caratterizzata da marcata dilatazione del colon con assottigliamento delle pareti ed elevato rischio di perforazione.

 

Colite Ulcerosa: la dieta

Non ci sono evidenze certe del ruolo della dieta come fattore causale di Colite Ulcerosa .

C’è unanime consenso nel sostenere che  un regime alimentare sano, vario e adattato al paziente e alla sua condizione è importante possa migliorare e controllare la sintomatologia.

In generale la dieta dovrebbe essere caratterizzata da piatti semplici, poveri di grassi e poco elaborati (piatti pronti surgelati e non, piatti fast, cibi in scatola, vaschette, che spesso contengono conservanti industriali pro infiammatori e dannosi all’intestino, ecc) consigliando cibi che non impegnano eccessivamente i tratti intestinali infiammati.

Inoltre si dovrebbero limitare o evitare alimenti  piccanti, speziati, a base di caffeina e Teina, limitando l’uso di cibi ricchi di fibre e lattosio, soprattutto nelle fasi acute della malattia.

Particolare attenzione alla dieta va dato ai pazienti affetti da Colite Ulcerosa  che presentano malnutrizione, malassorbimento e dimagrimento. In questa circostanza i pazienti dovrebbero essere seguiti da specialisti..

Generalmente un paziente affetto da Colite Ulcerosa  dovrebbe seguire una dieta sana, bilanciata in macronutrienti (carboidrati, proteine e grassi) e varia, dove non devono mancare frutta e verdura come fonti di vitamine e minerali.

Potrebbe anche essere utile talvolta scegliere la qualità degli alimenti, anche rinunciando ai piaceri del palato. Bisogna ad esempio favorire cotture al vapore o ai ferri evitare le fritture e i cibi troppo elaborati, conservati e grassi, soprattutto quelli confezionati o in scatola. Inoltre è utile imparare ad evitare abbuffate, ma distribuire gli alimenti in piccoli pasti durante la giornata, a masticare lentamente e a non bere bevande troppo calde o troppo fredde al fine di non affaticare l’intestino infiammato.

Una persona con Colite Ulcerosa  è consapevole che ne vale comunque la pena se il premio a qualche piccola rinuncia è una qualità di vita migliore.

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In generale, gli alimenti da limitare o evitare perché contribuiscono al peggioramento dei sintomi sono:

  • alcolici e superalcolici
  • The e caffè
  • bibite gassate e bevande contenenti caffeina come caffè e tè (si possono consumare se decaffeinati e deteinati). Si consiglia di limitare o evitare la Coca Cola essendo una bevanda gassata con caffeina o senza.
  • Cibi contenenti zucchero o sostituti dello zucchero, come il sucralosio (E955), saccarina, aspartane.
  • cacao e cioccolato
  • nelle fasi acute della CU o CD si consiglia di escludere l’apporto latte latticini e formaggi grassi e stagionati.
  • alimenti particolarmente grassi. In particolare si consiglia di evitare tutti i tipi di fritture, le carni grasse, gli insaccati, formaggi anche fermentati, lardo, strutto e la pasticceria elaborata
  • spezie irritanti come curry, noce moscata, pepe, peperoncino
  • nelle fasi acute della CU o CD si consiglia di escludere l’apporto di fibre, la verdura e la frutta, quest’ultima utilizzata solo sotto forma di spremute o succhi di frutta.

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Si consiglia inoltre di limitare nella dieta il consumo di:

  • l’apporto di fibre in generale, particolarmente gli asparagi, barbabietola, cavolfiore, cavolo, cipolla, fagioli, pomodori, porro, rabarbaro, spinaci, la frutta, l’apporto di fibre deve essere comunque controllato e limitato secondo le condizioni della malattia.
  • latte e latticini, di formaggi grassi, formaggi stagionati, yogurt e alimenti prebiotici o probiotici,
  • pasta all’uovo,
  • pesci grassi, crostacei e molluschi
  • uova

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Gli alimenti consigliati sono:

  • avena, orzo e pane tostato, cracker, fette biscottate, grissini, pasta, riso,
  • carni bianche o rosse magre, possibilmente tritate, pesci magri e il prosciutto va sempre sgrassato, sia crudo che cotto
  • In fase di benessere della CU, tra le verdure, da consumare preferibilmente cotte, è preferibile usare verdure povere di fibre quali: carote, finocchi, insalata, cuor di radicchio, pomodori privi di buccia e semi, melanzane, fagiolini privati dei semi e dei fili, zucchine. I pazienti possono reagire in modo diverso agli alimenti ricchi di fibre, in particolare la cottura a vapore aiuta.
  • si raccomanda, utilizzo limitato, anche in base alla sensibilità individuale e all’attività della malattia, di formaggi ad eccezione dei formaggi come crescenza, mozzarella, quartirolo.

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Gli studi hanno evidenziato che la Colite Ulcerosa  è una malattia infiammatoria intestinale cronica ad esordio variabile la cui diagnosi il più possibile precoce può fare la differenza per chi ne soffre. Ci sono sintomi spia che devono convincere il paziente a chiedere l’aiuto del medico: è importante non sottovalutarli e vincere ogni pudore.

La diagnosi di Colite Ulcerosa  rappresenta la chiave di accesso alle cure e la garanzia di una vita migliore!