Per malassorbimento intestinale si intende una sindrome caratterizzata da un’ insufficiente assorbimento di nutrienti da parte del piccolo intestino.
Si distinguono forme globali che coinvolgono quasi tutte le sostanze nutritizie, quindi sia macronutrienti quali carboidrati, proteine e grassi, e forme parziali, più selettive, che interessano sostanze nutritive specifiche.
Come discusso nei numerosi forum presenti in rete, i sintomi tipici che spingono il paziente a rivolgersi al medico sono diarrea, steatorrea e gonfiore addominale, spesso risultanti in una perdita di peso apparentemente inspiegabile.
I rimedi terapeutici hanno l’obiettivo di correggere le carenze nutrizionali e trattare la causa sottostante, da cui dipende la durata della sintomatologia.
Analisi del Malassorbimento Intestinale
Le cause della Sindrome da Malassorbimento intestinale sono molteplici e tra queste ricordiamo malattie immunitarie come la celiachia e la sprue tropicale, malattie infiammatorie IBD come il Morbo di Crohn, genetiche come la fibrosi cistica e l’ intolleranza al lattosio, oltre alle gastroenteriti acute batteriche, virali e parassitarie, a volte esitanti in una disbiosi intestinale, all’ insufficienza pancreatica, alla cirrosi e alla colestasi, a forme più rare come l’anemia perniciosa e infine linfoma, neoplasie gastrointestinali e le resezioni intestinali, come la sindrome dell’intestino corto.
Ne conseguono sintomi gastrointestinali come un’eccessiva escrezione fecale e deficit nutrizionali.
Le complicanze sono legate al tipo di nutriente carente che in molti casi può essere integrato con supplementi specifici.
Fondamentale è un corretto inquadramento clinico – diagnostico per impostare un’adeguata strategia terapeutica.
Il sospetto nasce dalla perdita di peso nonostante una dieta adeguata.
Non esiste un test specifico per la diagnosi di malassorbimento, ma sulla base dei sintomi il medico prescriverà una serie di accertamenti ematici volti a confermare la diagnosi, che se positivi indirizzeranno il paziente ad indagini più approfondite, quali esami delle feci ed esami strumentali, per definirne la causa.
La gestione del paziente con malassorbimento intestinale prevede la correzione dei deficit nutrizionali e, quando possibile, il trattamento delle malattie causali.
Bambini e Malassorbimento Intestinale
In gravidanza un deficit di acido folico può essere responsabile di complicanze come ritardo di crescita intrauterino e parto prematuro, ma anche di malformazioni fetali, quali difetti del tubo neurale e anencefalia, per cui nelle donne in età fertile si raccomanda una corretta integrazione di vitamina B9 già prima del concepimento per ridurre del 70% il rischio di reazioni avverse.
Nei bambini, a causa delle limitate riserve energetiche e dell’ aumentato fabbisogno calorico richiesto per l’aumento ponderale e per la crescita, il malassorbimento può determinare severe conseguenze.
In particolare si potrebbe osservare un ritardo o addirittura arresto della crescita, che non a caso rappresenta uno dei sintomi diagnostici di celiachia in età pediatrica, ma anche mancato incremento ponderale, scomparsa del grasso sottocutaneo, deperimento e distensione addominale, sino ad arrivare alla malnutrizione.
La valutazione clinica guida il pediatra nell’approccio al paziente, per cui la diarrea nella primissima infanzia suggerisce un difetto congenito, mentre l’insorgenza di sintomi in seguito ad assunzione di determinati alimenti orienta verso le intolleranze alimentari.
Anche natura e qualità delle feci possono essere d’ausilio.
Seguiranno quindi indagini di laboratorio, e nello specifico esame emocromocitometrico che possa evidenziare un’anemia carenziale, sangue occulto fecale e calprotectina per le malattie infiammatorie MICI, esami batteriologici e parassitologici delle feci, per poi pianificare approfondimenti più specifici.
Diagnosi di Malassorbimento Intestinale
Raccogliendo un’ attenta storia clinica incentrata sulla sintomatologia del paziente, su concomitanti o pregresse patologie e interventi chirurgici, nonché sul tipo di alimentazione, nasce un sospetto diagnostico che può essere confermato da esami del sangue di screening, quali emocromo, carico marziale, dosaggio di vitamina B12 e B9, Calcio, Albumina, indici di funzionalità epatica e pancreatica, colesterolo e tempo di protrombina i cui risultati possono suggerire un’eziologia specifica e indirizzare ulteriori indagini, tra cui il dosaggio dei grassi fecali sulla raccolta di feci delle 72-h in cui il paziente consuma ≥ 100 g di grassi/die.
Si considera anomala un'escrezione di grassi fecali > 7 g/die.
La misurazione dell'elastasi fecale e della chimotripsina fecale differenzia le cause pancreatiche di malassorbimento, in cui sono entrambe diminuite, da quelle intestinali, caratterizzate da valori normali.
Esami endoscopici, come l’esofagogastroduodenoscopia, la videocapsula endoscopica e l’ileocolonscopia, consentono di esaminare la mucosa intestinale ed eseguire biopsie mirate di aree eventualmente alterate.
La terapia del Malassorbimento Intestinale
La cura del malassorbimento intestinale dipende dalla causa sottostante e mira ad alleviare i sintomi attraverso farmaci sintomatici come gli antidiarroici, garantendo il giusto apporto di nutrienti all’organismo con un adeguata quantità di carboidrati, proteine e lipidi e integratori di vitamine e minerali, quali Ferro, vitamina B9 e B12. Supplementi di enzimi possono ripristinare il deficit enzimatico responsabile del malassorbimento.
I farmaci nel Malassorbimento Intestinale
Non esistono farmaci universali, bensì una volta inquadrata la patologia sottostante il medico potrà prescrivere farmaci sintomatici come antidiarroici e antispastici per alleviare i sintomi, rallentare il transito intestinale e permettere ai nutrienti di entrare in circolo ed essere assorbiti, antibiotici in presenza di un processo infettivo, mesalazina e corticosteroidi in caso di malattie infiammatorie come il Morbo di Crohn.
La dieta nel Malassorbimento Intestinale
I pazienti chiedono spesso cosa mangiare.
E’ imperativo evitare i cibi causa di sintomi e rivolgersi a uno specialista per impostare una dieta equilibrata, evitando automedicazioni e rimedi naturali, su cui non abbiamo evidenze scientifiche.
Nelle forme meno severe è sufficiente un’alimentazione che supplisca alle specifiche carenze, ma nel rischio di malnutrizione è necessaria una dieta ad alto contenuto calorico–proteico.
Sociale e Malassorbimento Intestinale
Recenti regimi dietetici sempre più diffusi nella nostra popolazione, come ad esempio il veganismo, possono determinare stati carenziali potenzialmente a rischio di complicanze sistemiche come l’avitaminosi.
In particolare un deficit di vitamina D può comportare un anomalo assorbimento di Calcio con conseguente fragilità ossea e aumentata probabilità di fratture, inquadrabile in una delle malattie dal più elevato impatto sociale, quale è l’osteoporosi.
Negli anziani la malnutrizione, che rappresenta la complicanza più temibile del malassorbimento, ha gravi conseguenze sulla salute e sull’autonomia di questa categoria di pazienti fragili, specie se ospedalizzati, perché espone a depressione e apatia e soprattutto a sarcopenia, cioè quel fenomeno causa di invalidità e di debolezza nell’anziano caratterizzato da perdita della forza e della massa muscolare, che ne compromette la qualità della vita perché determina instabilità posturale e deambulatoria e aumentato rischio di caduta a terra.
Psicologia e Malassorbimento Intestinale
Sintomi da malassorbimento non correttamente inquadrati e gestiti porteranno il paziente a rifiutare i cibi causa di disturbi, aggravando il rischio di complicanze ormai note di questa sindrome; inoltre potrebbero determinare uno stato ansioso - depressivo causato dalla mancata diagnosi e quindi risoluzione della patologia.
Bambini e anziani sono particolarmente sensibili a questo tema, i primi perché in conseguenza della diarrea cronica e del rallentato percentile di crescita potrebbero avere difficoltà a relazionarsi con i propri coetanei, i secondi perché la malnutrizione e disabilità che ne deriva può inficiare la loro autonomia con conseguente depressione e apatia.