La diagnosi della Colite Spastica è uno dei tanti nomi con i quali ci si può riferire alla Sindrome dell’Intestino Irritabile, che spesso richiede un percorso lungo e accidentato. Ciò è dovuto al fatto che i sintomi di questa malattia, sono comuni a moltissime altre affezioni patologiche e possono portare a sospettare altre malattie, allungando anche di molto, i tempi di diagnosi.
Bisogna però stare attenti a non confondere le “coliti”, con la Colite Spastica, che non ha nulla a che vedere con la Colite Ulcerosa (detta anche impropriamente Intestino Ulceroso) o con la presenza di un’ulcera dell’intestino.
La Sindrome dell’Intestino Irritabile IBS (Irritable bowel syndrome), chiamata anche Colite Spastica, è l’entità clinica a sé stante, molto diffusa nella popolazione occidentale e nei giovani adulti.
Pur essendo una patologia di per sé non grave, può influire significativamente sulla vita quotidiana, impattando in maniera importante sulla qualità di vita generale.
Non si conoscono con esattezza le cause di questa patologia, ma tra i meccanismi ipotizzati nella genesi dei sintomi, un ruolo centrale è dato dall’alterata motilità dell’intestino, che può muoversi in maniera troppo rapida o troppo lenta rispetto al normale, portando rispettivamente a diarrea o stitichezza.
È noto inoltre come l’intestino in questa patologia, presenti un’aumentata sensibilità alla distensione delle sue pareti provocata dai gas e dal materiale fecale fisiologicamente presenti nel lume dell’intestino; il che può spiegare i frequenti dolori addominali, tipici di questa malattia.
Come si diagnostica la Colite Spastica
L’assenza di lesioni organiche, ovvero di danni anatomici rilevabili con i classici esami strumentali come la colonscopia, ecografia, ecc., è una caratteristica tipica dei disturbi gastrointestinali detti funzionali, ovvero secondari ad un’alterazione della normale peristalsi intestinale.
Questa caratteristica rende particolarmente indaginosa la diagnosi di questo tipo di disturbi.
Ma come possiamo quindi diagnosticare la Colite Spastica?
La diagnosi viene posta sulla base dei cosiddetti Criteri di Roma, descritti da una consensus di esperti internazionali.
Secondo questi criteri, la diagnosi può essere posta sulla base della presenza, almeno un giorno a settimana, di dolore o fastidio addominale, associato ad un cambio della frequenza o della consistenza delle evacuazioni.
Essendo come detto, un disturbo di natura funzionale, alla base dei sintomi non esistono delle alterazioni organiche come in altre patologie dell’intestino, come nella Colite Ulcerosa o nella Malattia di Crohn. Per tale motivo, queste e altre patologie devo essere innanzitutto escluse.
Solitamente, l’iter diagnostico in questi casi prevede degli esami di primo livello, poco invasivi, come un’ecografia dell’addome con eventuale studio delle anse intestinali, e degli esami del sangue (emocromo, proteina C-reattiva, screening per la tiroide, esami della funzionalità epatica e renale, ecc.).
Qualora da queste prime indagini vi fosse il sospetto di una patologia organica, degli accertamenti di secondo livello, come la colonscopia, risultano d’obbligo.
Naturalmente, ci sono dei criteri clinici per cui si può sospettare un disturbo di natura organica piuttosto che uno funzionale, come la perdita di peso importante, la presenza di sangue nelle feci, la diarrea notturna e la febbre; ma non sono infrequenti le situazioni borderline di difficile interpretazione, purtroppo non esiste a oggi, una tecnica diagnostica in grado di confermare con sicurezza la Colite Spastica, inoltre, nulla esclude che questa malattia, possa coesistere con altre patologie organiche.
Colite Spastica sintomi
Ma quali sono i sintomi della Colite Spastica?
Il dolore certamente è il sintomo cardine, questo può essere di varia natura, continuo o crampiforme e di intensità variabile da un semplice fastidio fino a un dolore acuto e penetrante, localizzato prevalentemente ai quadranti addominali inferiori.
In questa patologia, il dolore tipicamente migliora con l’evacuazione e presenta un andamento ricorrente.
Spesso viene esacerbato da fattori stressanti emotivi, dal ciclo mestruale o da alcuni cibi o farmaci.
Accanto al dolore, sono tipiche le già citate alterazioni dell’alvo, sia in senso diarroico che stitico; tra gli altri sintomi più frequenti, ricordiamo la distensione e il gonfiore addominale, la sensazione di cattiva digestione (dispepsia), meteorismo, eruttazioni e alitosi.
Esiste inoltre un corteo di altri sintomi, detti sintomi extraintestinali, che possono a volte associarsi a cefalea, dolori muscolari, stanchezza e affaticabilità.
Il ruolo della dieta nella Colite Spastica
La dieta nella Colite Spastica gioca un duplice ruolo, quello di possibile fattore scatenante e quello, per così dire, terapeutico.
È noto come vi siano numerosi alimenti in grado di esacerbare i sintomi di questa patologia, tra questi troviamo alimenti noti per fermentare in maniera maggiore, come i legumi, le cipolle, le fibre insolubili, il cavolo e la verza; oppure alimenti e sostanze noti per irritare in generale l’apparato gastrointestinale, come il caffè, il peperoncino, il pepe e le spezie in generale.
Questi cibi andrebbero possibilmente evitati, ma è importante ricordare come sia importante il parere di uno specialista in nutrizione o in dietologia qualora si decida di eliminare molti alimenti.
Un esempio a questo proposito è la dieta Low-FODMAP, ovvero una dieta povera di tutti quegli alimenti ricchi di zuccheri altamente fermentabili e scarsamente assorbibili, in questo caso la lista di cibi da eliminare è molto articolata, e comprende cereali contenenti il glutine come fumento, orzo e segale; frutta come mele, pere, albicocche, cocomero, uva e fichi, tutti i legumi e diversi tipi di vegetali, come i carciofi, il cavolfiore, cipolle, funghi e aglio.
Questa dieta, pur essendosi dimostrata efficace in molti studi clinici nel migliorare la sintomatologia della Colite Spastica / Colon Irritabile, risulta molto difficile da seguire, e le severe restrizioni di numerosissimi alimenti rischiano addirittura di portare a carenze nutrizionali importanti.
Per tale ragione, non dovrebbe mai essere intrapresa autonomamente, ma sempre sotto la supervisione di uno specialista.