I tumori della pelle nei pazienti con IBD

I pazienti affetti da malattie infiammatorie croniche intestinali (IBD acronimo inglese di malattie infiammatorie intestinali, MICI in italiano) hanno un aumentato rischio di sviluppare tumori cutanei.

I fattori che predispongono allo sviluppo di questo tipo di neoplasie sono:

 

  • un persistente stato infiammatorio;
  • un danneggiamento cellulare;
  • una disfunzione del sistema immunitario sottostante, che favorisce un’alterata sorveglianza tumorale.

 

L’utilizzo di farmaci immunosoppressori è stato correlato ad un possibile incremento di circa 4 volte di contrarre tumori cutanei, circa la metà dei pazienti affetti da IBD, verrà sottoposto ad una di queste terapie immunomodulanti entro 5 anni dalla diagnosi.

In particolare, i farmaci biologici anti-TNF α (infliximab, adalimumab, golimumab) e le tiopurine (azatioprina, mercaptopurina, metrotexate) sono i responsabili dell’aumentata incidenza.

Tuttavia, dalle ricerche scientifiche, è emerso che i pazienti con MICI hanno un rischio incrementato di sviluppare tumori della pelle, indipendentemente dal trattamento con farmaci immunosoppressori.

I farmaci biologici sono maggiormente correlati allo sviluppo di melanomi, mentre le tiopurine ad una probabile evoluzione di tumori cutanei non melanomatosi.

Grazie a un attento screening è possibile scoprire queste lesioni in uno stadio precoce, potendo avere così un trattamento più efficace e una miglior prognosi.

Pertanto, un vigile controllo viene raccomandato in tutti i pazienti affetti da malattie infiammatorie croniche intestinali, indipendentemente dal tipo di terapia in corso.

È risaputo che l’esposizione al sole favorisca la sintesi della vitamina D, essa è fondamentale per il nostro organismo.

I malati di IBD infatti, tendono ad averne livelli più bassi, rispetto alla popolazione generale.

La buona notizia è che essa può essere assunta anche mediante alcuni cibi o tramite farmaci, rivolgetevi pertanto al vostro medico di riferimento, il quale vi indicherà il modo migliore per integrarla e le dosi più adatte a voi.

 

Fattori di rischio

Vediamo insieme quali sono i fattori di rischio:

 

  • storia familiare di tumori cutanei;
  • pregressa neoplasia della cute;
  • carnagione, occhi e capelli chiari;
  • pelle delicata che si scotta facilmente;
  • storia di scottature nell’infanzia;
  • uso di lampade solari;
  • lavoro in ambienti con elevata foto esposizione

 

Si può ridurre il rischio di tumori cutanei stando attenti all’esposizione solare, evitando le scottature e proteggendosi.

Si raccomanda di non esporsi nelle ore più calde (tra le 11-14).

Una volta insorta la lesione, questa non regredirà spontaneamente, non è infatti possibile guarire senza trattamento.

È importantissima una diagnosi precoce, questo tipo di tumori, se non diagnosticati prematuramente e trattati per tempo, possono portare alla morte.

Una volta noti i fattori di rischio molto può essere fatto per cercare di prevenire questa temibile patologia, soprattutto dal paziente stesso.

Il sole non è malvagio, non è necessario evitare di fare attività all’aria aperta, l’importante è essere consapevoli dei rischi associati e proteggersi correttamente.

 

Tumori della pelle non melanomatosi

Questa categoria di neoplasie è la più comune, ne fanno parte il carcinoma basocellulare e il carcinoma squamocellulare.

Le cause di sviluppo sono multifattoriali, dipendono dall’individuo (predisposizione genetica, immunosoppressione, fototipo chiaro, infezione da HPV) e dall’ambiente come:

 

  • esposizione solare,
  • fumo di sigarette,
  • radiazioni ionizzanti,
  • alcune sostanze tossiche.

 

Si pensa che il meccanismo d’azione sia legato ad un difetto della riparazione causata al DNA da parte delle radiazioni solari e dall’invecchiamento.

Sia il carcinoma basocellulare che il carcinoma squamocellulare insorgono più frequentemente nelle aree fotoesposte.

Entrambi difficilmente danno metastasi a distanza.

Il trattamento prevede la rimozione chirurgica o l’uso di immunomodulatori topici.

 

Melanoma

Le ricerche mettono in luce come, i pazienti con IBD, potrebbero avere una percentuale del 37% in più di sviluppare un melanoma.

L’incidenza di questo tumore è in costante crescita, nella popolazione caucasica è triplicata negli ultimi 20 anni.

Sembra che il rischio aumenti proporzionalmente con il grado di immunosoppressione.

Non è del tutto conosciuto il rischio specifico di melanoma nei soggetti con IBD, ulteriori ricerche in materia dovranno essere compiute.

Recenti studi hanno fatto emergere come potrebbe esserci un’associazione tra l’utilizzo dei farmaci biologici e lo sviluppo di questo tumore.

Queste terapie sono però essenziali per il controllo della malattia.

Importante è discutere gli aspetti positivi e negativi della terapia immunomodulante con il proprio gastroenterologo di fiducia.

Fondamentale adottare delle corrette norme di comportamento per quanto riguarda l’esposizione e la protezione solare.

 

Diagnosi e prevenzione

La prevenzione per una diagnosi precoce, deve partire dal paziente stesso, si raccomanda di eseguire un autocontrollo della propria pelle alla ricerca di lesioni sospette (può essere utile eseguire una mappatura periodica).

Cosa osservare ?

Osservandovi in auto ispezione, dovete tenere conto di questi fattori:

 

  • Se un neo ha bordi irregolari,
  • se è asimmetrico,
  • se ha più di due colori,
  • se è più grande di 6 millimetri di diametro,
  • se è aumentato di dimensioni,
  • se è doloroso,
  • se prude o se sanguina

 

Distinguere un Neo da un Melanoma

 

Se hai osservato uno o più di questi fattori presenti, è altamente consigliato rivolgersi al proprio medico o ad un dermatologo.

Importante utilizzare la protezione solare anche se ci si espone al sole per poco tempo.

Il filtro solare dovrebbe essere a spettro esteso, proteggendo sia dagli UVA che UVB, con SPF uguale a 30 o maggiore, in particolare nei pazienti immunodepressi.

La protezione dovrebbe essere applicata anche con cielo nuvoloso.

E’ consigliato riapplicare la crema solare ogni due ore, oppure immediatamente dopo aver nuotato o aver eseguito attività intense che provocano sudorazione.

Si raccomanda di evitare l’uso di lampade solari, possono infatti creare danneggiamento cutaneo e favorire il cancro alla pelle.

Ci sono molti falsi miti al riguardo, non sono utili per la vitamina D e non preparano la pelle per l’esposizione solare successiva.

Il loro impiego non porta benefici, anche un solo utilizzo può aumentare il rischio di sviluppare lesioni cutanee.

È buona norma utilizzare cappelli, occhiali da sole e vestiti che coprono gambe e braccia quando ci si espone al sole.

 

Bambini

I bambini e gli adolescenti possono essere particolarmente a rischio cumulativo per lo sviluppo di questi tumori maligni a causa della loro giovane età alla diagnosi.

Questo è dovuto all’aumento dell'estensione e alla gravità della malattia, e una maggiore esposizione per tutta la vita ai fattori di rischio.

Pertanto, si raccomanda un’attenta prevenzione sin dall’infanzia.